Sono gli anni in cui…

Michel Tapié gravita soprattutto intorno a questa città, sono gli anni in cui Nene dipinge e segue l’avventura dell’ICAR, sono le strade e le case dove questa storia ha avuto luogo portando lì, da tutto il mondo, istanze nuove. Al primo piano di via Egidi (collegato all’ammezzato con una scala a chiocciola) risuonano ancora — per chi lo sa — gli echi di quelle feste organizzate con la gente che arrivava non solo dall’Italia ma da tutto il mondo, da New York, da Tokyo, nella grigia Torino di quegli anni. Era allora consuetudine dell’ICAR consegnare il “lauro d’oro” all’artista più meritevole e tutti ambivano a questo riconoscimento. È come se mi tuffassi a capofitto in questo pezzo di storia che, insieme, ricominciamo a rileggere attraverso la vita di Nene. Adesso, sulla soglia dei novant’anni, decide che è venuto il momento di apporre un sigillo e con la caparbietà che l’ha sempre contraddistinta, con il sorriso che le scivola allegramente via nonostante le amarezze accumulate, cominciamo questo dialogo che scioglie ogni dubbio e mette a proprio agio.

Nene Martelli, Insieme di insiemi, autobiografia di una pittrice nella Torino dell’ICAR, luogo di favolosi incontri, a cura di CMG, Spaziobianco/L’Atelier Verde 2017

Per me…

… che ho studiato storia dell’arte e che ho dedicato tutta la mia vita lavorativa al catalogo delle opere d’arte, questo lavoro di Armagni rappresenta un catalogo già pronto a cui ci sarebbe ben poco da aggiungere. È, nel contempo, una piccola opera d’arte, una sorta di libro d’ore (fantascienza e medioevo si confondono nella mia mente), che ha già in sé la sua classificazione. E qui traspare un’altra caratteristica del suo autore che credo ami in particolar modo ‘classificare’. Prima raccogliere, mettere insieme e poi ordinare.

Il mio lavoro dunque di catalogazione sarebbe una mera descrizione dell’insieme, una copia dell’originale dove tutto è già scritto, dall’invenzione ai dati oggettivi. Ma il lavoro di catalogazione è alla base di ogni lavoro futuro, pone le basi, rende possibile, apre nuove vie di ricerca e di studio, dà spazio all’interpretazione. Non è un semplice accumulo di dati da archiviare e da mettere via. Ovvero, può anche essere questo in un primo momento, ma dopo, per vivere, ha bisogno che qualcuno lo prenda in mano e lo consulti, si faccia venire delle idee, vada avanti.

E da questo libro compilato da Armagni è proprio questo che viene fuori, un’idea di futuro, una possibilità di vita non soltanto immaginata e sognata, ma anche reale nella sua virtualità possibile. (…)

«Ma se tu, Teeteto, dovessi scorgere fra i mirtilli una bacca bianca come una perla e quadra come un dado, la scarteresti con lo sdegno e il disgusto che si prova per un capriccio abominevole della natura, o la raccoglieresti con gioia e gratitudine come un dono divino di Thauma?»

(dal dialogo di Eroclito e Teeteto immortalato da Platone).

Andrea Armagni, La natura che verrà, con introduzione di Chiara Maraghini Garrone, Paola Caramella Editore, Torino (in cantiere)

Cara Yula,

mi permetti di aggiungere anch’io due righe, alla fine di questa traduzione?

Ripercorrere la tua vita, è stato un modo di riflettere sulla mia.

Questa autobiografia ha dunque un doppio valore: quello di farci conoscere una storia davvero straordinaria, la tua – ma più che una storia, la persona straordinaria che tu sei – e quello di aiutarci a riflettere sul concatenarsi delle circostanze che portano ogni vita ad andare in una direzione anziché in un’altra, a seconda di un incontro, di una decisione, di un piccolo segno che ci appare indicandoci qualcosa.

Chiara

Yula de-Meyer, E se…, L’Atelier Verde, Torino, 2021, traduzione di CMG

Contatti

Quello che vi propongo è un viaggio attraverso immagini, luoghi, parole, scritti, persone e amicizie. Il mio lavoro è quello di catalogatrice e la mia passione quella di scrivere.

Se avete un archivio da sistemare, opere da inventariare, memorie da trascrivere e da tramandare, siete capitati nel posto giusto.

Da una vita all’altra.

Benvenuti.

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