… che ho studiato storia dell’arte e che ho dedicato tutta la mia vita lavorativa al catalogo delle opere d’arte, questo lavoro di Armagni rappresenta un catalogo già pronto a cui ci sarebbe ben poco da aggiungere. È, nel contempo, una piccola opera d’arte, una sorta di libro d’ore (fantascienza e medioevo si confondono nella mia mente), che ha già in sé la sua classificazione. E qui traspare un’altra caratteristica del suo autore che credo ami in particolar modo ‘classificare’. Prima raccogliere, mettere insieme e poi ordinare.
Il mio lavoro dunque di catalogazione sarebbe una mera descrizione dell’insieme, una copia dell’originale dove tutto è già scritto, dall’invenzione ai dati oggettivi. Ma il lavoro di catalogazione è alla base di ogni lavoro futuro, pone le basi, rende possibile, apre nuove vie di ricerca e di studio, dà spazio all’interpretazione. Non è un semplice accumulo di dati da archiviare e da mettere via. Ovvero, può anche essere questo in un primo momento, ma dopo, per vivere, ha bisogno che qualcuno lo prenda in mano e lo consulti, si faccia venire delle idee, vada avanti.
E da questo libro compilato da Armagni è proprio questo che viene fuori, un’idea di futuro, una possibilità di vita non soltanto immaginata e sognata, ma anche reale nella sua virtualità possibile. (…)
«Ma se tu, Teeteto, dovessi scorgere fra i mirtilli una bacca bianca come una perla e quadra come un dado, la scarteresti con lo sdegno e il disgusto che si prova per un capriccio abominevole della natura, o la raccoglieresti con gioia e gratitudine come un dono divino di Thauma?»
(dal dialogo di Eroclito e Teeteto immortalato da Platone).
Andrea Armagni, La natura che verrà, con introduzione di Chiara Maraghini Garrone, Paola Caramella Editore, Torino (in cantiere)